Il terremoto dell’ Irpinia segnò una data indelebile . Alle ore 19:35 del 23 novembre 1980 una scossa di magnitudo 6.8 della scala Richter, seguita da una forte replica di magnitudo 5, misero in ginocchio l’area tra Salerno , Avellino e Potenza . In tutto i morti del terremoto furono 2.914 (secondo le fonti più accreditate) con migliaia di feriti e centinaia di migliaia di sfollati.
Complici le avverse condizioni geomorfologiche e atmosferiche , in pochi in Italia si resero immediatamente conto dell’entità della tragedia. Uno dei primi quotidiani a inviare giornalisti sul posto fu “il mattino”, che il 26 novembre 1980 uscì in edicola con un titolo che ancora oggi fa scuola: ”FATE PRESTO”.
Le priorità nella zona dell’epicentro erano:
- Salvare vite umane
- Assistere i superstiti
- Ricerca di eventuali sopravvissuti sotto le macerie
- Recupero delle salme
- Sgombero delle macerie
Nonostante tutto, la macchina dei soccorsi si mosse al meglio delle proprie possibilità. Il 24 novembre l’onorevole Giuseppe Zamberletti venne nominato Commissario Straordinario della Campania e Basilicata. Risale a questa data anche l’istituzione del Centro operativo Comunale che vide protagonisti tutti gli apparati dello Stato, comprese le Forze Armate.
I piani operativi prevedevano:
- Ricoverare in tende la popolazione sfollata
- Distribuire viveri ed indumenti
- Costruire un sistema di comunicazioni via radio e via filo
- Coordinare i soccorsi
- Istituire centri di raccolta
- Ripristinare la viabilità e i servizi pubblici essenziali
Oltre ai morti e ai feriti, c’era anche da gestire il problema di tutti coloro che avevano perso la propria casa e i propri averi. In questo i Vigili del Fuoco provvidero, grazie alle Forze Armate, all’alloggiamento provvisorio di 280 mila persone in tende, vagoni ferroviari, roulotte, prefabbricati e container.
Il terremoto dell’Irpinia è stato uno degli eventi calamitosi che più hanno messo alla prova:
- 9.654 uomini con 2.500 automezzi da trasporto dell’ Esercito italiano
- 2.000 uomini della Marina Militare
- 5.400 uomini dell’Aereonautica Militare
- 8.929 Carabinieri con 1.529 automezzi e 12 elicotteri
- 4.311 della Pubblica sicurezza
- 4.792 Vigili del fuoco
- 1.217 uomini della Guardia di Finanza
- 633 uomini del Corpo Forestale
Questo straordinario capitale umano distribuì:
- oltre 2 milioni di razioni di viveri dell’Esercito
- 6.200 tonnellate di viveri provenienti dai soccorsi
- 10.200 tende
- 349.000 coperte
- 22.500 sacchi a pelo
- 50.000 tonnellate di materiali vari
Furono inoltre messi in funzione:
- 5 forni campali
- 4 nuclei vestiario
- Lavanderie
- Bagni
- 384 cucine mobili
Il tutto per un totale di 900.000 pasti caldi.
La notizia del terremoto dell’ Irpinia fece il giro del mondo e immediatamente arrivarono gli aiuti di altri stati, impietositi dalla distruzione portata dal sisma e dall’entità del disastro. Diversi paesi hanno inviato ospedali da campo, autoambulanze, medicinali, cucine da campo, generi alimentari, indumenti, coperte, tende , roulotte, container, e molto altro ancora.
Per quanto riguarda l’invio di unita’ militari e personale specializzato , si sono distinti i seguenti stati:
- Belgio: 1 squadra sanitaria di 10 uomini e un’autoambulanza
- Francia: équipe di ricerca dei superstiti (191 uomini e cani da valanga), 59 militari medici e specialisti nel soccorso, 12 autoambulanze e 1 elicottero da soccorso con personale medico
- Repubblica Federale di Germania: un ospedale da campo con 90 sanitari, 650 uomini, 3 elicotteri, 1 gruppo esperti della Croce Rossa, 47 volontari elettricisti, un gruppo di salvataggio, un gruppo depurazione
Stati Uniti: 136 uomini con 6 elicotteri - Austria: un ospedale militare da campo e 130 sanitari
- Jugoslavia: 12 squadre di ricerca con elettrosonde
- Svizzera: 14 squadre cinofile e 2 elicotteri speciali per soccorso
Tuttavia, non tutti i mali vennero per nuocere. Il terremoto del 1980 fu infatti fondamentale per l’istituzione del Dipartimento della Protezione Civile, nato nel 1992.
Oggi e’ un giorno triste e lo sara’ sempre. In questo giorno solenne con 100 volontari di protezione civile proprio in uno dei luoghi simbolo di quel terremoto a Sant’Angelo dei Lombardi ci sara’ un esercitazione per valutare le attuali strategie di intervento. Come se ci fosse un sisma. le operazioni in ambiente impervio con le squadre del soccorso alpino. ci sara’ anche il 118 le Asl con il posto medico avanzato, le cucine da campo, le unita’ cinofile. Si e’ attivato il COC il centro di coordinamento dei soccorsi che allora non esisteva. Vogliamo sempre di piu’ e sempre meglio soprattutto vogliamo farlo PRIMA. Anche se non e’ possibile prevedere con precisione quando si verifichera’ un terremoto possiamo identificare i luoghi a maggior rischio sismico e possiamo agire di conseguenza attivando buone pratiche e mettendo a punto il sistema. Il ricordo del terremoto dell’Irpinia e’ un monito per tutti a non abbassare la guardia e a unire le forze per aumentare la capacita’ di risposta del sistema di protezione civile che e’ fatto da istituzioni, da volontari ma soprattutto da cittadini.
fonte da:(concorsovigilidelfuoco.it)